Kultur: Cinema Italiano

liborio am 7. März 2006

Un incontro con il cinema italiano e Dominik Pratesi del 24. 02. 2006

1. Piccola introduzione:
Da Torino a Roma – i film monumentali

2. I telefoni bianchi:
Il cinema degli anni trenta viene chiamato il cinema dei telefoni bianchi, sinonimo per un cinema che parla di problemi superficiali. Soprattutto vengono trattate piccole storie d’amore ambientate nella società della piccola borghesia. Gli studi di Cinecittà diventano i più importanti, nei quali vengono girati quasi tutti i film sotto la direzione di Vittorio Mussolini, figlio del Duce. Bisogna però tener conto che il fascismo italiano ha sempre lasciato un po‘ di libertà ai registi. In questo periodo diventano famosi i futuri Neorealisti. Vittorio de Sica come attore, Roberto Rossellini come documentarista e Luchino Visconti come critico della rivista Bianco e Nero.

a) I grandi magazzini di Mario Camerini (1939)
Una commedia d’amore con le ‚Äústar‚“ Vittorio de Sica e Assia Noris
b) Teresa Venerdì di e con Vittori de Sica (1941)
Sempre una storia d’amore con Vittorio de Sica che per la prima volta fa regia e con la famosa Anna Magnani.

3. Il Neorealismo italiano:
Nel 1942 Luchino Visconti realizza Ossessione. All’epoca un film scandalo che da inizio al
cosidetto neorealismo. Nel 1944/45 esce il più famoso film di questo genere, Roma città aperta di Roberto Rossellini. Seguono poi i film chiave Ladri di Biciclette di Vittorio de Sica e La Terra trema di Luchino Visconti.
I registi del Neorealismo hanno voluto, al contrario dei registi dei telefoni bianchi, uscire con le macchine da presa fuori dagli studi, sulla strada. Hanno girato spesso con attori semiprofessionali e i drammi sono le storie degli operai, della resistenza o del piccolo uomo in generale. Il neorealismo è d’allora la base di tutti i registi d’autore ed è stato l’esempio luminoso per la Nouvelle Vague in Francia degli anni 60, per il Neue Deutsche Film in Germania degli anni 70 e persino per i registi americani del New Hollywood.
a) Roma, città aperta di Roberto Rossellini (1945)
Il film chiave del Neorealismo italiano e la prima riflessione sul fascismo e le sue conseguenze. Con Anna Magnani.
b) Riso amaro di Giuseppe De Santis (1949)
Questo film è il primo a collegare la storia di un crimine e di un amore con la realtà sociale. Con Silvana Mangano e Vittorio Gassman, una coppia indimenticabile.

4. Gli Anni 50 e 60:
Con Riso Amaro De Santis da il via al neorealismo rosa. Negli anni seguenti molti registi italiani si basano sul neorealismo ma non lavorano più negli ambienti reali o con attori sconosciuti. √à l’inizio di un neorealismo commerciale.
Ma è anche il periodo di una seconda generazione di registi che sotto il fascismo, a parte Michelangelo Antonioni, erano ancora bambini. Sono i grandi autori come Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini o Michelangelo Antonioni che cambiano fondamentalmente il linguaggio e lo stile del cinema italiano e mondiale.

a) I soliti ignoti di Mario Monicelli (1958)
Questa commedia riunisce i famosi attori Vittorio Gassman, Marcello Mastroiani, Claudia Cardinale e l’indimenticabile comico Totò. √à un tipico film del neorealismo rosa.
b) La Dolce Vita di Federico Fellini (1960)
Forse uno dei più grandi film italiani che ha rivoluzionato il cinema. Con Marcello Mastroiani in uno dei suoi più grandi ruoli. La Dolce Vita, con la sua critica alla decadenza, è molto visionario e la sua critica è valida fino ad oggi.
c) Il Gattopardo di Luchino Visconti (1963)
Con questo film Luchino Visconti ha realizzato un film importantissimo per la storia del cinema. A parte le star, Alain Delon, Burt Lancaster e Claudia Cardinale, questo film riesce ad essere insieme spettacolo, dramma e critica.

5. Dagli anni 70 ai nostri giorni:
Dopo 30 anni di un cinema italiano famoso che vince premi da per tutto incomincia una fase con nuovi e giovani registi. Rimangono sempre gli autori famosi come Fellini o Antonioni, ma con Bernardo Bertulucci, i fratelli Taviani, Marco Ferreri e molti altri il cinema diventa ancora più radicale. L’Ultimo Tango a Parigi, i 120 Giorni di Salò o la Grande Abbuffata sono film scandalo che danno un nuovo aspetto critico sulla società.
Poi, negli anni 80 esce una giovane generazione dalle scuole cinematografiche che collega le radici del neorealismo con gli anni successivi. Vengono realizzati commedie ma anche molti film critici che riflettono la società italiana e mondiale o che si occupano della storia nazionale. I registi più famosi di questa generazione sono tra gli altri Giuseppe Tornatore, Nanni Moretti, Gabriele Salvatores, Gianni Amelio e naturalmente Roberto Benigni.

a) La Grande Abbuffata di Marco Ferreri (1973)
Con Marcello Mastroiani, Michel Piccoli, Ugo Tognazzi e Philippe Noiret. Questi grandi attori interpretano se stessi in un film che fa da esempio per i tanti film sovversivi d’allora.
b) La Famiglia di Ettore Scola (1986)
Questo bel film con Vittorio Gassman riflette il cambiamento della società italiana e la sua perdita dei valori familiari.
c) Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore (1989)
Giuseppe Tornatore, regista siciliano, torna nella Sicilia d’una volta e racconta la storia di un bambino e il suo amore per il cinema. Poi fa anche vedere i grandi cambiamenti sull’isola dagli anni 40 ai nostri giorni. Ha vinto l’Oscar come miglior film straniero.
d) Lamerica di Gianni Amelio (1994)
Un film molto critico verso la politica italiana e gli italiani in confronto ai migranti soprattutto albanesi.
e) La Vita è Bella di Roberto Benigni (1997)
Forse uno dei più grandi film recenti. La prima volta che in forma di una favola il passato fascista viene riflettuto come commedia. Anche questo film ha vinto l’Oscar come miglior film straniero.
f) Io non ho paura di Gabriele Salvatores (2002)
Come ultimo esempio un film di Salvatores, uno dei registi più famosi in Italia. Il film racconta la storia di una rapina vista attraverso gli occhi di un bambino. Ambientato nella Basilicata degli anni 70, una delle più povere regioni d’Italia.

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